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È una raccolta di liriche, quella della sezione In ogni battito del mondo, che rappresenta e descrive uno spaccato del mondo d’oggi e della società con tutti i suoi problemi, le sue brutture, i suoi aspetti negativi, la mancanza di certezze nel futuro, il dilagare della violenza senza limiti.
Le guerre: qui…/ dove Dio non vende/ per tre denari il figlio;
il terrorismo: Dissonante silenzio che incombe/ tra bandiere tricolore/ ammainate all’annuncio disperato;
l’antisemitismo e il genocidio: Sento ancora l’eco/ delle urla strette in gola/ della terra tra le dita/ di quella nebbia opaca/ in cui si perde la sostanza/ come coriandolo/ sparso al vento;
le azioni militari che dovrebbero garantire la pace: qui giocano alla guerra, / qui dipingono di rosso il cielo, / a sorte, senza fare sconti;
l’indifferenza verso chi soffre: finché stremata/ al tempo della resa/ quel grammo di follia/ abbracciò il silenzio/ e aprì le ali al vento:
ed ancora… l’emigrazione, l’odio razziale, gli eventi delittuosi, la violenza verso le donne, sono i punti di riferimento dell’Autore, evidenziati, stigmatizzati e messi al bando con una analisi minuziosa, direi fotografica degli eventi, pur se talvolta espressi con pessimismo quasi leopardiano, attraverso messaggi nei quali si evidenzia la sua insofferenza verso il degrado progressivo.
Nelle sue liriche svolge un lavoro minuzioso, con accuratezza formale e capillare meticolosità nella selezione di vocaboli preziosi ed ameni, il labor limae, spinto dal desiderio di conferire ai propri versi e alla propria opera un aspetto più elaborato, di limare e levigare eventuali asperità nelle parole più ardite e sapienti con vocaboli pregnanti, fini perifrasi e ricercati eufemismi. Un vox media nella sua accezione più generale. Sforzo, fatica e operosità, tutti ingredienti che tendono verso una dirompente bramosia e licenziosità stilistica ed espressiva, con le quali cerca di evidenziare anche una semplice parola conferendole significati profondi, che fanno riflettere e meditare su verità molto spesso nascoste ai più.
La poesia è un dono divino, non si diventa poeti ma si nasce!

La sua poesia è un ossigenante farmaco per il cuore dell’Umanità, da interpretare come saggezza di vita, un invito a ritornare ad una spiritualità meno artificiale in questo mondo così materialista.
Essere artigiani di pace, seminare amore, abiurare l’odio, sminare pregiudizi: questo è il suo messaggio, questi sono i suoi “battiti del mondo” ovvero tutto ciò che manca oggi per coniugare in positivo le cose e il destino dell’Umanità che sembra ormai segnato.

Vittorio Sartarelli
scrittore, critico letterario