Mi fa piacere iniziare questo libro con poche parole, essenziali, per dire quanto penso di Massimo Massa, Autore che stimo fortemente e che ho imparato ad apprezzare leggendo qua e là le sue poesie cogliendo l’irrequietezza che lo contraddistingue, che lo fa spiccare tra tanti. Una profondità d’animo rara, una scrittura molto piena, ricca, che ricorda la sensibilità femminile, quindi desueta in un uomo che invece dimostra di percepire quel sesto senso di cui noi femmine andiamo fiere.
Il poeta è un fiume in piena che irrompe nel mare con una potenza tale da annichilire la salsedine, la sabbia, la schiuma, l’immensità azzurra. Sento che quest’associazione sia calzante e adatta, proprio perché ciò che colpisce di questa penna è la forza, la poliedrica asimmetria del dire. Inquieto dunque, prolifico e sempre attivo, almeno quanto lo è quel cuore tanto grande che si svela a ogni verso, a ogni rigo. È un poco prosastico il Nostro, ma è un altro dei suoi segni distintivi, la descrizione minuziosa, quel ritornare sopra alle scene più volte, come a imprimerle meglio nell’inchiostro.
Sono convinta che tale silloge vi darà moltissimo in termini emotivi e vi rimarrà dentro, echeggiando spunti di pensiero, di grande dignità umana. E lo scritto qui sotto, in corsivo, la dice lunga, è come un passaporto di quest’uomo che non ha alcuna intenzione di celarsi, di lanciare il sasso per poi tirare indietro la mano, anzi. Lui vuole presentarsi al lettore e farsi amare, ma prima di tutto, amarlo.
Silvia Denti
editore