Ora siedo ad aspettare tra le cose che mi restano di questa terza stagione finché il silenzio sarà sudario e la mia notte avrà l’insonnia dentro.
Sono nato nel ‘60 all’ombra della sera nel sonno dell’inverno da cui torna primavera.
Sono donna dalla pelle nera pelle di seta e vesti sfatte che nel silenzio delle notti insonni al cielo ha consumato ogni preghiera.
Sei venuta verso sera con una rosa in mano per parlarmi del tuo tempo quello conosciuto che il presente nei tuoi occhi è una lacrima d’attesa.
Non so se c’eri in quell’incontro di cellule fecondo tra le rose trafitte dal silenzio che tracciano il tuo nome in lettere di spine.