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Nel battito degli anni. La geografia dei sensi

Hegel sosteneva una dimensione etica del tempo, segnata dalla responsabilità degli uni verso gli altri. Il tempo terzo a cui l’autore guarda nei suoi versi è invece il tempo dell’ego poetico, che dando un rapido sguardo al prima dilatato avverte l’urgenza di fermarsi sull’enigmicitá del presente in cui dolorosamente pesano i tempi dell’autunno e dell’inverno. La poesia di Massa esprime il tentativo di catturare istanti della propria condizione umana nella stabilità dell’amore, in cui le stagioni della vita è quelle della natura si intrecciano con un piacere nostalgico, da cui genera la dolcezza del ricordo.

In una sorta di circolarità salvifica ogni componimento riporta il lettore alla sacralità dell’amore, che solo sembra alleggerire il peso della vita che si chiude addosso (Sui bordi dell’attesa). La necessità dell’amore è forte nei versi, in quanto unica forza per colmare quel vuoto che porto dentro/ che diventa permanente.

E se il tempo che resta “è troppo stretto”, gli spazi in cui l’autore si ritrova declinano l’infinitudine dei cieli e delle notti. In maniera progressiva il tema del tempo diventa periferico, si decentra per lasciare permanere l’urgenza della propria intimità umana, in cui il resto del mondo scompare e costante diventa il dialogo del poetico la donna amata, fino a Un sabato di fine aprile, dove manca qualsiasi accenno alla terza stagione e il tempo verbale è il solo a suggerire la voce di un ricordo. L’esperienza esistenziale è percepita prevalentemente nella incorporeitá del ricordo, nelle emozioni dominanti in chiave stilistico-cogni-tiva. Emerge così un dialogo continuo con le suggestioni che derivano da immagini leggere e forti come in Sul finire dell’inverno, nell’ultima strofa Tieni strette le mie mani/ in questo tempo inesorabile/ che scorre chiuso al suo equinozio/ nel tiepido freddo dell’inizioper inventare i giorni del domani/ aspettando brezza che mi porti via. La poesia diventa ricerca, procede su uno stile paratattico che non abdica dall’indagine personale e che ritrovarla dualità dell’amore la propria unità.

La poesia ordina i ricordi, la materia si anima ridando senso alle ombre che si muovono nel mormorio degli anni (Ultima fermata). Essa alberga nella rappresentazione di moti sentimentali che proiettano il tempo e lo spazio in un futuro privo di rimpianto e pentimenti che assumono una direzione precisa proprio nella donna amata sei la misura di tutte le mie attese, ella resta un fermo punto di riferimento, pur nella assenza in tutti i giorni che verranno, è insieme incanto e ragione.

Non è il tempo per il dolore né del dolore, ma quello più profondamente esistenziale e personale di un rinnovato slancio alla vita attraverso una dimensione nuova e più matura dell’amore. Il tempo esiste in quanto mutamento e in esso la sfera intima del poeta non ha la presunzione della universalità, ma in un profondo ripiegamento solipsistico tra le rughe del proprio io l’autore adagia la forza immortale dell’amore. Chi è amato non conosce morte scriveva Emily Dickinson; i versi di Massa sono emblematici del potere dell’amore oltre il tempo e la mortalità.

Laura Pavia
poetessa e scrittrice